In tutte le salse e di tutti i formati, la pasta rappresenta il pilastro della dieta mediterranea, dunque risulta essere tra gli alimenti più importanti per un’alimentazione sana ed equilibrata.
La produzione della pasta ha origine antichissime e la sua lavorazione avveniva manualmente ma, con il trascorrere dei secoli e l’avvento della tecnologia, i vari processi di lavorazione hanno subito dei miglioramenti atti a creare prodotti partendo da materie prime semplici proprio come quelle di cui è fatta la pasta.
Acqua, sale e farina di semola, sono gli ingredienti base per produrre il piatto più amato dagli italiani e uno dei vari processi utilizzati per dar forma all’impasto è la trafilatura.
La trafilatura è quel processo mediante il quale l’impasto di semola e acqua viene fatto passare per estrusione o compressione attraverso una trafila, ossia attraverso una matrice o filiera con dei fori di dimensioni diverse che riproducono il formato di pasta desiderato. Questo passaggio dà dunque la forma alla pasta ma ne determina anche la lunghezza grazie alla presenza di coltelli rotanti che tagliano l’impasto forgiato che esce dalla matrice secondo la lunghezza prestabilita.
La trafilatura può essere di due tipologie: al bronzo oppure in teflon a seconda del materiale con cui sono costruite le matrici ossia degli stampi utilizzati.
Vediamo nel dettaglio le differenze tra i due tipi di trafilatura:
Trafilatura in teflon: largamente utilizzata a livello industriale, questo tipo di processo crea un prototipo di pasta la cui superficie esterna è liscia, dall’aspetto lucido e da vita a un prodotto che risulta essere più adatto a condimenti meno elaborati, cioè condimenti meno oleosi che altrimenti scivolerebbero via dalla superficie. Inoltre le matrici in teflon sono più scorrevoli e non necessitano di semola di alta qualità e, dovendo produrre notevoli quantità di pasta, sono anche molto veloci.
Trafilatura in bronzo: la trafilatura in bronzo è un processo tipicamente artigianale che consente di ottenere un prodotto caratterizzato da una superficie opaca, porosa e ruvida, dunque permette ad ogni formato di pasta trafilata al bronzo, di trattenere meglio qualsiasi tipo di condimento. Questo processo inoltre consente di procedere con la successiva essiccazione a temperature molto basse e con tempi decisamente più lunghi rispetto al teflon, il che permetterà di ottenere una maggiore tenuta dei nutrienti della pasta e una maggior risalto delle proprietà organolettiche del grano utilizzato. Proprio l’essiccazione a basse temperature conferisce alla superficie esterna della pasta la giusta ruvidità che ben lega gli intingoli succulenti e gustosi dei giorni di festa e non solo!
Allora… acqua bollente e salata, condimenti sostanziosi e abbondanti e…. pasta trafilata al bronzo… che facciamo caliamo?